Cipro | Zona interdetta
20 luglio 1974 – 20 luglio 2014 : Quarant’anni dall’operazione “Attila” a Cipro
Esiste oggi una parte dell’Europa che è militarmente occupata da un altro paese. Succede sull’isola di Cipro che nel 1974 è stata invasa dalla Turchia col pretesto di “ristabilire l’ordine costituzionale”. Oggi, quarant’anni dopo, la Turchia continua ad occupare militarmente una vasta area del territorio dell’isola, proprio perchè, per tanti anni, sta “ristabilendo l’ordine costituzionale”.
20 LUGLIO 1974 | L’INVASIONE
Sono passati ormai 40 anni da quel tragico 20 luglio del 1974 che ha scritto una delle pagine più nere della Storia dell’Ellenismo nel 20° secolo. Nell’alba di quel sabato truppe turche sbarcavano sulla costa nord dell’isola di Cipro, vicino alla pittoresca cittadina di Kerynia, con l’obiettivo di rispondere ad un colpo di stato perpetrato qualche giorno prima dai colonnelli della giunta militare di Atene e dai loro collaboratori sull’isola per rovesciare l’allora governo dell’arcivescovo Makarios.
In poche settimane l’operazione militare turca chiamata “Attila”(!), sull’isola di Venere, provocava oltre 5.000 morti tra militari e civili ciprioti, 1.619 dispersi di varie età e sesso e 200.000 rifugiati nella propria patria (pari al 40% dell’intera popolazione). Il 37% del territorio della Repubblica di Cipro veniva occupato dall’esercito turco mentre l’economia dell’isola subiva un colpo mortale.
LA PULIZIA ETNICA
Nonostante le innumerevoli condanne del crimine perpetrato dallo Stato Turco nei confronti del suo piccolo vicino da parte delle Nazioni Unite e dell’intera comunità internazionale, la Turchia non si fermava all’invasione ma procedeva con l’occupazione militare del nord dell’isola sul quale vietava il rientro dei legittimi abitanti ed avviava un processo di colonizzazione con l’arrivo di decine di migliaia di cittadini turchi con l’obiettivo di stravolgere l’assetto demografico dell’isola.
LA DISTRUZIONE DEL PARTIMONIO CULTURALE
Dopo la pulizia etnica lo Stato Turco procedeva anche alla cancellazione di qualsiasi testimonianza della presenza millenaria greca nel nord dell’isola: le chiese e monasteri cristiano-ortodossi venivano distrutti o saccheggiati, trasformati in moschee o semplicemente convertiti in stalle o depositi. Migliaia di reperti archeologici o storici venivano trafugati da mercanti d’arte che li vendevano illegalmente a musei o collezionisti privati all’estero.
NICOSIA e FAMAGOSTA | GLI ULTIMI MURI D’EUROPA
La città di Nicosia è tuttora l’ultima capitale d’Europa divisa da un muro, un muro della vergogna per l’Unione Europea di cui la Repubblica di Cipro è membro a pieno titolo.
Ma il simbolo più significativo di questa tragedia della storia recente dell’Europa è senza dubbio la città fantasma di Famagosta, fiorente centro commerciale, portuale e turistico prima del 1974 ma abbandonata dai suoi oltre 40.000 abitanti in fuga dalle atrocità turche. Oggi la città giace deserta dietro una barriera di filo spinato, ormai quasi del tutto distrutta dall’abbandono e dall’incuria, ma aspettando pazientemente che i suoi abitanti possano farci ritorno.
20 LUGLIO 2014 | 40 ANNI DOPO
Il 40° anniversario di questa profonda ferita ancora aperta per l’intero Ellenismo ricorda a tutti i Greci e Filelleni come piccoli popoli sono spesso sacrificati sull’altare dei grandi interessi dei potenti della Terra.
Oggi la linea di demarcazione tra le due parti dell’isola, la famosa “Linea verde”(!), sorvegliata giorno e notte dalle truppe delle Nazioni Unite ci ricorda ancora una volta che il problema di Cipro, un problema di invasione, occupazione e di violazioni dei diritti umani più elementari, rimane irrisolto in barba alle regole del diritto internazionale.
1974 – 2014 | PER NON DIMENTICARE
In occasione di questa triste ricorrenza, la Comunità Ellenica di Napoli e Campania desidera esprimere il proprio sdegno per il perpetrarsi di quest’ingiustizia senza precedenti nonché la sua solidarietà al popolo cipriota il quale, nonostante la grave crisi economica che ha colpito l’isola negli ultimi anni, continua a rivendicare i propri diritti di popolo libero e sovrano.
40 anni di attesa per fare giustizia sono decisamente diventati troppi. La Comunità Ellenica di Napoli e Campania si augura che il muro di Nicosia possa essere abbattuto quanto prima e che possa essere il preludio per la rimozione di altri muri della vergogna che, in tante altre parti del mondo, separano in modo innaturale popoli e culture.
LA DISTRUZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE DI CIPRO DALLA TURCHIA
Script by: Anna Marangou
Directed by: Michael Georgiades
Produced by Mediabox Limited for the Committee of Cyprus Occupied Municipalities, Nicosia, 2011