Sulla perdita della memoria

Sulla perdita della memoria

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Sabato 17 giugno 2017, alle ore 19:00 presso O’ Vascio Room Gallery, Via Nuova n.1 – Somma Vesuviana, l’artista greco Telemachos Pateris presenta la sua mostra personale SULLA PERDITA DELLA MEMORIA a cura di Collettivo Summa: Teresa Capasso, Mary Pappalardo, Marrie Sanida.
Opening: Sabato 17 Giugno, ore 19:00
Orario di apertura: su appuntamento tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 20:00 fino a lunedì 3 Luglio
Contatti: T. 3470115363 – 3339533004 | collettivosumma@gmail.com

“A volte, nella storia durante il susseguirsi generazionale degli uomini e delle loro culture, arriva un momento in cui un oggetto culturale o una persona viva diventa la testimonianza definitiva di un tragico stato di cose. In qualche modo la mia nonna materna è stata, e mio padre lo è ancora uno degli ultimi testimoni di una società quasi estinta o irrevocabilmente ridotta.
Osservando la perdita progressiva della memoria di mio padre e l’irreversibile declino delle sue abilità mentali – mentre prima era un professore acuto di ingegneria civile ora a causa della malattia di Alzheimer si sta perdendo tra le pareti e i piani dell’edificio che egli stesso ha progettato – sento la necessità di confrontarmi con la loro storia e di produrre sculture, qui all’ombra del Vesuvio, come disperato atto di resistenza all’oblio che avvolge le mie radici culturali.
Durante la seconda metà del ventesimo secolo, mio padre era l’unico sopravvissuto del massacro inflitto dai nazisti agli uomini di Drakeia (in greco: Δράκεια), uno dei villaggi sulla montagna di Pelion (Πήλιον) in Grecia centrale. Lui, per la pura fortuna di avere traslocato nella città di Volos (Βόλος) ai piedi della montagna, è stato risparmiato da quel terribile destino. Tuttavia, sia la città che il villaggio di Drakeia sono stati colpiti da gravi terremoti nel 1955 che hanno quasi annientato il patrimonio culturale di entrambi. Sento il deterioramento della memoria di mio padre coincidere con la definitiva scomparsa del ricordo della sua patria – o di qualsiasi patria di origine – che una volta era vibrante e attiva prima dei massacri e prima dei terremoti.
Vivendo nella fase finale della formazione di nazioni delle moderne culture mediterranee, un processo parzialmente basato su un razzismo diffuso, la famiglia della mia nonna materna con sede in Asia Minore, sopravvissuta durante il genocidio degli Armeni, degli Assiri e dei Greci del Ponto del 1915, è stata travolta dalla pulizia etnica del 1919 e dalla catastrofe di Smirne del 1922. Da tutta la sua parentela sopravvissero solo in tre. Centinaia di migliaia di Armeni, Greci, Ebrei, Assiri, Italiani, Francesi, Spagnoli cittadini di Odessa, Costantinopoli, Trebisonda, Cerasunte, Smirne, Beirut e Alessandria sono scomparsi durante la prima metà del ventesimo secolo e i ricordi lontani che mia nonna mi raccontava proiettano davanti ai miei occhi un mondo pieno di elementi culturali unici, un melting-pot di diversi stili di vita e voci distanti di una volta gioiosamente in comunione”.

Telemachos Pateris


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O’ Vascio – Room Gallery

 

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