Adolfo Capuano: il mondo classico

Adolfo Capuano: il mondo classico

Una ricerca espressivo – pittorica

In occasione della presentazione del libro di Jannis Korinthios “I Greci di Napoli e del Meridione d’Italia dal XV al XX secolo”, l’artista Campano Adolfo Capuano ha esposto quattro sue opere:
– Afrodite frammento (Olio su legno, coccio e metallo) 2011
– Elena Andromaca Ulisse Telemaco (Olio su legno) 2012
– Acropoli (Olio su cartone e nastro, melaminico) 2012
– Portico sannitico (Olio su cartone, melaminico) 2012
Il mondo classico, evocato nelle opere, si nutre di qualche riferimento letterario. Più significativa, però, è l’interiorizzazione, entro e oltre i confini della consapevolezza, di quei geni ellenici che permeano l’habitat meridionale, e soprattutto napoletano, assorbiti dai modelli familiari e sociali, dalla frequentazione degli spazi urbani, da un bagaglio di memoria che da collettiva diventa individuale: architetture, dei, personaggi, tutti presenti nell’immaginario collettivo, ma anche riestratti dall’insondabile psiche dell’autore.

Il Perché e il Come
Prima di tutto, esigenza di espressione e comunicazione, che la padronanza tecnica serve solo a soddisfare: la vera misura dell’esito è la profondità psichica che viene sondata, vuoi mostrando vuoi occultando.
Per questo, materiali e forme vengono vagliati perché non siano orpello e distrazione dall’essenza del messaggio.
L’atto fisiologico di produrre immagini/simboli è realizzato (per stratificazioni e agglomerazioni) attraverso il dialogo, esteso nel tempo fino a percepire la sintesi, in uno stato di (precario) equilibrio, che la proposizione dell’opera all’osservatore, intesa come ulteriore atto di relazione, sbilancia verso nuovi assetti.
Su questa linea si collocano gli esperimenti di “collaborazione differita”, che proiettano a una visione diversa, personalizzata ma non proprietaria, del produrre artistico (il primo autore mette il suo manufatto nella disponibilità del secondo, come si accetta che un figlio divenga altro da te; Il secondo è libero di dialogare con questo estraneo riplasmandolo, entro o oltre i confini che l’incombere di un’alia presenza disegna).
L’assoluta libertà espressiva è un’ambizione che rende lecita la coesistenza di modi espressivi diversi.

Cenno biografico
Adolfo Capuano
è nato a Pozzuoli nel 1960. Vive e opera tra Caserta e Cervino.
È stato allievo del maestro Claudio Indiveri e fin dall’adolescenza è impegnato nella ricerca espressivo-pittorica.
La formazione giovanile è avvenuta attraverso l’esercizio figurativo di tecniche tradizionali, che, profondamente interiorizzate, continua oggi ad utilizzare.
Solo di recente ha intensificato la sua attività espositiva.
Fra gli ultimi eventi, le collettive “Free Trip” (2007), “Bajos Fest” (2011), e la personale “Tratti-Ritratti” (2012, incondivisione con l’artista e amico di sempre Peppe Bianco).

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