“Itinerario Rebetiko” a Napoli

“Itinerario Rebetiko” a Napoli

Gli Evì Evàn a Moses Club | Via Vincenzo Patagna 15 – 80137 Napoli

Ritorna a Napoli, in occasione del tour ufficiale di presentazione del nuovo album “Itinerario Rebetiko”, l’ensemble di musica rebetica Evì Evàn.

Mercoledì 30 Aprile 2014 alle ore 22:30 gli Evì Evàn saranno in concerto a Moses Club – Via Vincenzo Patagna 15 Napoli 80137, in un viaggio musicale che intreccia storiche canzoni di Istanbul, di Smirne, del Pireo e di Atene.

L’album “Itinerario Rebetiko” è stato registrato ad Atene nel quartiere di Nea Ionìa, una delle leggendarie periferie della città dove è nata ed è stata scritta la storia della musica rebetika. 


Il Rebetiko, cultura identitaria dei greci

C’è un filo rosso che percorre la storia della Grecia del Novecento: la dittatura. Da quella di Metaxas (1936-1941) a quella dei Colonnelli (1967-1974) fino all’odierna dittatura dello spread. E poi la diaspora: dalla Katastrofì del 1922, quando milioni di Greci furono cacciati da Smirne e Istanbul in seguito a una disastrosa guerra con la Turchia, alle grandi migrazioni che hanno portato a disperdere nel mondo dieci milioni di greci, tanti quanti vivono nella Madre Patria, fino alle migrazioni dei giovani di oggi ricominciate nella Grecia devastata dalla crisi.
La musica e la lingua sono state e continuano ad essere il collante potentissimo di un popolo che anche nel Novecento ha prodotto una cultura di grandezza assoluta, benché poco se ne sappia, soprattutto in Italia. In particolare, la musica rebetika, nata con la Katastrofì del 1922, vietata dalla dittatura di Metaxas per i suoi forti contenuti ribelli, ha rappresentato la colonna sonora identitaria di un popolo perseguitato, oppresso, sottomesso, eppure dall’anima orgogliosa e ribelle, allergica alle regole. Un popolo sempre pronto a trasformare la tragedia in danza e ironia, così come, nell’antica Grecia, il quinto e ultimo atto delle Tragedie doveva sempre essere comico.

Le canzoni rebetike sono storie vere di amore maledetto, disavventure della vita, passione per danza, vino e narghilè, e trovano espressione in musiche dove i ritmi dell’allegria si alternano alle melodie melanconiche. Un viaggio che si snoda fra Istanbul e Atene; Smirne e Salonicco, fondendo insieme sonorità orientali, balcaniche, ebraiche. Spesso definito come il blues d’Oriente, il Rebetiko è musica di porto e di periferie, di taverne, emarginazione e ribellione alle regole. E’ un lamento per una perdita, ma soprattutto una sfida alle convenzioni.
Per questo il rebetis è tornato ad essere il ribelle, il guappo e l’anticonformista in cui oggi si identificano anche le giovani generazioni che alle fabbriche tedesche preferiscono le taverne, il vino, l’amore, l’hashish e il narghilé. Nell’Atene di oggi, a Salonicco o nella più piccola isola dell’Egeo, non c’è taverna dove non si suoni e si canti il Rebetiko e dove, dopo la mezzanotte, gli uomini, sospinti dall’ouzo, non si mettano a danzare assieme ai loro vecchi le antiche danze come il hasapiko in cui ritrovano la propria storia e l’orgoglio di una cultura che non ha mai smesso di produrre capolavori e che non morirà nemmeno sotto la dittatura dei mercati finanziari.


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